
Andrea Marcolongo
BIOGRAFIA
Andrea Marcolongo, scrittrice e giornalista, laureata in Lettere antiche all’Università degli Studi di Milano, è autrice per Laterza di La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco (2016). Tra le altre sue pubblicazioni, La misura eroica (Mondadori 2018), dedicato al mito degli Argonauti, Alla fonte delle parole (Mondadori 2020), compendio di novantanove etimologie e La lezione di Enea (Laterza, 2020). Tradotta in 28 paesi, oggi vive a Parigi.
Nel 2022 ha pubblicato De arte gymnastica (Laterza) e Il viaggio delle parole (con Andrea Ucini, per Mondadori).
PUBBLICAZIONI
Titolo:
Il viaggio delle parole
Casa editrice:
Mondadori
Data di pubblicazione:
05-05-2022

Ogni parola della nostra lingua è un viaggio: scoprire le sue origini e le sue radici antiche significa comprendere il presente e il modo in cui ci esprimiamo, preparando così la strada al nostro futuro, che sempre si costruisce attraverso le nostre parole. Chi l’avrebbe mai detto che la «farfalla» ha tanti nomi diversi a seconda del modo d’intendere il battito delle sue ali? E che «leggere» significa innanzitutto saper scegliere che donne e uomini diventare nel grande libro della vita? Tra parole di lingue vicine e lontane, le venticinque etimologie narrate in questo libro sono un’avventura alla scoperta della meravigliosa libertà del linguaggio umano. Età di lettura: da 8 anni.
Titolo:
De arte gymnastica
Casa editrice:
Laterza
Data di pubblicazione:
7-04-2022

E se provassimo per una volta a ‘correre come correvano i Greci’? Amanti del running oppure no, una cosa è certa. Tutto è cambiato dall’epoca di Filippide a oggi – la tecnologia, la politica, la scienza, la guerra, il modo di scrivere, di mangiare, di viaggiare, persino il clima –, ma due cose sono rimaste invariate: i nostri muscoli e quei maledettissimi 41,8 km che separano Maratona dall’acropoli di Atene. Proprio quelli che ho intenzione di correre.
Perché corriamo? Perché tutto questo affannarsi e faticare? Cosa racconta di noi questa continua ricerca di muscoli e sudore? Ancora una volta dobbiamo risalire il tempo e tornare ai Greci, i primi che si chiesero perché mettiamo alla prova noi stessi misurandoci contro gli altri. Il famoso motto mens sana in corpore sano dice del valore che gli Antichi attribuivano a tali prove, tanto che le Olimpiadi erano l’unico periodo in cui le armi dovevano necessariamente tacere. Andrea Marcolongo, dopo anni trascorsi tra libri e grammatiche a provare a ‘pensare come pensavano i Greci’, ha cominciato ad allenarsi e ha provato a ‘correre come correvano i Greci’. E lo ha fatto utilizzando come strumento di accompagnamento il primo manuale di sport della storia, il De arte gymnastica del filosofo Filostrato. Fino al folle proposito finale: correre una maratona, anzi, la maratona, i 41,8 km che separano Maratona da Atene percorsi duemilacinquecento anni fa dal soldato Filippide, prima di stramazzare a terra per la troppa fatica.
Titolo:
La lezione di Enea
Casa editrice:
Laterza
Data di pubblicazione:
24-09-2020

Se in tempo di pace e di prosperità chiediamo a Omero d’insegnarci la vita, a ogni rivolgimento della Storia dovremmo deporre Iliade e Odissea e affrettarci a riprendere in mano l’Eneide. Andrea Marcolongo ci fa scoprire l’essenza vera di Enea. L’eroe che cerca un nuovo inizio con in mano il bene più prezioso: la capacità di resistere e di sperare. Una lezione attualissima.
Vi siete mai chiesti perché, pur avendo dovuto tutti leggere l’Eneide a scuola, fatichiamo a ricordare qualcosa che non sia la fuga da Troia o la grande storia d’amore tragico con Didone? Perché abbiamo così facilmente dimenticato gli epici racconti sulle mitiche origini di Roma e del suo impero? Forse perché i versi del poema di Virgilio non sono adatti ai momenti in cui le cose filano lisce e allora si va in cerca di avventura nella letteratura. Il canto di Enea è destinato al momento in cui si sperimenta l’urgenza di raccapezzarsi in un dopo che stordisce per quanto è diverso dal prima in cui si è sempre vissuto. Enea è l’eroe che vaga nel mondo portandosi sulle spalle anziani e bambini. È colui che viaggia su una nave senza nocchiero alla ricerca di un nuovo inizio, di una terra promessa in cui ricominciare. È l’uomo sconfitto, colui che non ha più niente tranne la capacità di resistere e di sperare. Un personaggio quanto mai attuale.
Titolo:
Alla fonte delle parole
Casa editrice:
Mondadori
Data di pubblicazione:
19-11-2019

99 parole per riappropriarci del mondo.
99 parole per ritrovare una voce che altrimenti rischia di farsi troppo flebile e perdersi tra la fretta e la sciatteria di questo nostro nuovo secolo.
99 parole per ribellarci alla confusione e al buio che ci travolgono quando rimaniamo muti di fronte al presente.
99 parole per ritrovare noi stessi.
Andrea Marcolongo ha scelto le sue personali 99 parole. E di ognuna di esse, con eleganza e leggerezza e al tempo stesso infinita cura, ricostruisce il viaggio.
Le parole sono il nostro modo di pensare il mondo, il mezzo che abbiamo per definire ciò che ci sta intorno e quindi, inevitabilmente, per definire noi stessi. Ogni volta che scegliamo una parola diamo ordine al caos, diamo contorni e corpo al reale, ogni volta che pronunciamo una parola essa è riflesso di noi. Ci rivela. Senza il linguaggio non faremmo che brancolare scomposti nella confusione, incapaci di dire la realtà e ciò che sentiamo. Proprio per questo delle parole dobbiamo avere estrema cura. Sono un giardino da coltivare con pazienza ogni giorno, da mantenere fertile e vivo, fino alle sue radici.
Ma come ci si prende cura delle parole? Innanzitutto riappropriandoci della storia, appunto, delle loro radici, dei loro significati originari, seguendo il viaggio che un termine ha percorso per arrivare fino a noi, seguendo le sfumature di senso, gli slittamenti che nel corso dei secoli e attraverso i luoghi esso ha subito, ricostruendo così la storia di noi e del nostro leggere e rappresentare il mondo. Tutt’altro che sterile e fine a sé stessa è dunque l’arte di ricostruire le etimologie. È lente per mettere a fuoco chi siamo stati, chi siamo. E chi vogliamo essere.
Quanto ha viaggiato una parola prima di arrivare fino a noi? Da dove è partita? Quanti luoghi ha toccato influenzando altre lingue e quanto è stata a sua volta modificata? Forse non c’è lezione migliore di quella che ci offrono le parole, per loro natura «viaggianti», che di movimento e mescolanza da sempre fanno una ragione di sopravvivenza.