
Ilaria Macchia
BIOGRAFIA
Ilaria Macchia è nata e cresciuta a San Donato, un piccolo paese della provincia di Lecce.
Laureata in Cinema, vive a Roma dove ha studiato sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Alcuni corti scritti da lei sono stati selezionati per importanti festival cinematografici, tra cui Cannes, Torino, Rotterdam.
Ha partecipato a “Roland – scritture emergenti”, all’interno del festival della letteratura Pordenonelegge 2012.
Ha scritto la sceneggiatura de L’attesa, regia di Piero Messina, film in concorso ufficiale alla 72ª edizione del Festival del Cinema di Venezia.
Nel 2017 ha pubblicato, con Mondadori, il suo primo libro Ho visto un uomo a pezzi.
PUBBLICAZIONI
Titolo:
Ho visto un uomo a pezzi
Casa editrice:
Mondadori
Data di pubblicazione:
11-04-2017

Sette piccole esplosioni, sette pezzi della vita di una donna, sette racconti. La protagonista di queste storie si chiama Irene. Di lei sappiamo che si sente sempre nuda di fronte agli sguardi della gente, che ha un corpo che sembra perfetto ma se ne vergogna, gambe splendide sulle quali spesso barcolla, e una tendenza a scappare – di casa, dall’amore, da tutti i legami – ma poi, sempre, a tornare.
Questi racconti fotografano i momenti in cui la sua vita ha subìto uno strappo, in cui è accaduto qualcosa che ha determinato un’inversione di rotta: la volta che è andata al funerale di una sconosciuta, la volta che si è innamorata di un ragazzo che le è andato a sbattere addosso in un vicolo di Lecce, la volta che si è rifugiata con suo figlio in un armadio per nascondersi dai fantasmi, la volta che sua sorella l’ha battuta in una gara di nuoto, la volta che i suoi genitori le sono sembrati bambini, e le mille volte che è tornata da Piero, che ha occhi neri, mani perfette, una moglie, un figlio, ed è l’unico uomo che Irene non riesce a lasciare.
La prima prova letteraria di Ilaria Macchia è una costellazione di congegni narrativi esatti, che – legati tra loro da fili invisibili, spazi duttili che invitano a essere colmati con l’immaginazione – costruiscono il ritratto di una donna complessa: inquieta ma spaventatissima, pungente ma bellissima, come le meduse che danno il titolo all’ultimo racconto. E che, proprio come le meduse, nuota “in una direzione e nell’altra, senza sapere dove andare”: un personaggio capace di parlare a ognuno di noi. La materia prima di cui è fatta la sua storia è una scrittura essenziale, sfacciata, a tratti violenta, che esplora l’imprevisto nascosto nel quotidiano, ci disarma con leggere virate verso l’assurdo, si fa largo con prepotenza nel nostro animo e, guardandoci in faccia, sembra chiederci conto di chi siamo.