Lorenzo Mattotti

BIOGRAFIA

Lorenzo Mattotti è nato a Brescia, vive e lavora a Parigi.
Dal suo esordio, nel 1984 con Fuochi, si aggiudica importanti premi internazionali. Il suo lavoro si evolve nel segno costante di una grande coerenza e dell’eclettismo di un artista che sceglie di esplorare continuamente nuovi territori. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo e i suoi disegni appaiono su riviste e quotidiani, The New Yorker, Le Monde, Das Magazin, Süddeutsche Zeitung, le Nouvel Observateur, Corriere della Sera e la Repubblica.
Illustra vari libri per l’infanzia, tra cui Pinocchio ed Eugenio.
Numerose le sue esposizioni personali, tra cui l’antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Frans Hals Museum di Haarlem e, più di recente, ai Musei di Porta Romana di Milano. Mattotti realizza copertine, campagne pubblicitarie e manifesti, tra gli altri per Cannes 2000 e l’Estate Romana.
Numerose le sue pubblicazioni tra cui Jekyll & Hyde, Il rumore della brina per Einaudi, Hansel e Gretel per Orecchio acerbo/Gallimard.
Collabora con Lou Reed a The Raven e assiduamente con il cinema: Eros di Kar-wai, Soderbergh e Antonioni, Peur(s) du noir. Lavora alle sequenze animate del film di Charles Nemes, Il Etait une fois.. e crea i personaggi del film d’animazione Pinocchio di Enzo D’Alò. Il Fonds Hélène et Edouard Leclerc pour la Culture gli ha dedicato a Landerneau una grande retrospettiva (6 dicembre 2015 – 6 marzo del 2016).

Nel 2017, con Jerry Kramsky, ha pubblicato il graphic novel Ghirlanda edito da Logos edizioni e Blind. Dal buio alla luce a sostegno della CBM Italia Onlus (Logos edizioni, 2017). Nel febbraio del 2018, gli è dedicata, all’Istituto Italiano di Cultura di New York, una mostra che celebra la ventennale collaborazione con la rivista New Yorker, e, per l’occasione, esce il volume Lorenzo Mattotti. Covers for the New Yorker (Logos Edizioni). A marzo 2018, viene ristampato – sempre con Logos Edizioni – uno dei suoi primi romanzi a fumetti con testi di Lilia Ambrosi, L’uomo alla finestra, mentre a maggio 2018 è la volta di Stigmate, realizzato insieme a Claudio Piersanti (Logos Edizioni).

Recentemente, Lorenzo Mattotti ha diretto il film d’animazione italo-francese La famosa invasione degli orsi in Sicilia. Il film, tratto dall’omonimo libro di Buzzati, è uscito nell’ottobre 2019 ed è stato selezionato per essere proiettato nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2019. L’universo di Mattotti spazia ormai senza soluzione di continuità tra fumetto, pittura, illustrazione e animazione cinematografica.

Il suo ultimo libro, pubblicato nel 2021 per Rizzoli Lizard, è Periferica. Storie ai margini.

PUBBLICAZIONI

Titolo:
Periferica. Storie ai margini
Casa editrice:
Rizzoli Lizard
Data di pubblicazione:
05-10-2021

La realtà è strabica, Tram Tram Rock, Incidenti e altri racconti inediti. Le prime opere di un maestro del fumetto internazionale. In questa raccolta di storie realizzate tra il 1974 e il 1980, alcune delle quali in collaborazione con gli sceneggiatori Fabrizio Ostani (alias Jerry Kramsky) e Antonio Tettamanti, Lorenzo Mattotti ci restituisce l’intensità con cui ha vissuto quei giorni di speranza, paura e rivolta. Periferica è la chiave per capire l’evoluzione stilistica e personale di un grande artista, che in questo libro si racconta non solo attraverso i suoi fumetti di allora, ma anche in una serie di riflessioni scritte per l’occasione. Una lettura di grande intensità, che mostra un’Italia nascosta, marginale, vulcanica, e che ci fa danzare tra le luci e le zone d’ombra di una stagione irripetibile del nostro passato.

Titolo:
Romeo & Giulietta
Casa editrice:
Logos Edizioni
Data di pubblicazione:
01-02-2021

In punta di matita, Lorenzo Mattotti interpreta la vicenda dei due giovani che da secoli incarnano l’essenza stessa dell’amore, scegliendo di non raccontarne la tragedia per immaginare i loro gesti, le battute e le espressioni e offrire agli amanti un lieto fine.

Il velo leggero di un’alcova – o forse un sipario di seta, quale sottile rimando teatrale – si solleva a scoprire un ragazzo e una ragazza che, stretti l’uno all’altra, si sorridono, si prendono le mani, si baciano e tornano a guardarsi, a stringersi, fino a lasciarsi travolgere dalla passione. Completamente immersi l’uno nell’altra, non si curano di ciò che li circonda, ma appaiono come sospesi in una dimensione a due, separati dalla realtà, in un’atmosfera satura di dolcezza e di desiderio. Per contro, le immagini che li inquadrano come in un close-up ci invitano a spiarli (quasi fossimo un terzo incomodo), seguendoli dall’intimità della camera da letto agli abbracci rubati nelle sale e nei giardini di palazzo. I loro gesti, i loro atteggiamenti, curati in ogni sfumatura, in ogni minimo dettaglio, porteranno ciascuno di noi a immedesimarsi o a ricordare, o magari a sognare. Tutto questo potrebbe far pensare a una coppia qualsiasi, ma gli abiti che indossano e gli arredi rapidamente schizzati ci riportano a due amanti antichi, che tuttavia incarnano ancora oggi, nel nostro immaginario, l’essenza stessa dell’amore.

Interpretando la celebre storia di Romeo e Giulietta, resa immortale da William Shakespeare, Lorenzo Mattotti sceglie di non raccontare l’intera vicenda ma di esplorarla in modo spontaneo, rinunciando alla conclusione tragica per permettere ai due innamorati di realizzare il loro sogno. Grazie a Romeo e Giulietta, l’autore può tornare a esplorare quello che, nelle sue parole, è “il soggetto più importante della vita”: il momento magico dell’esplorazione dell’altro. Può tornare ai due ragazzi protagonisti de La stanza (Logos Edizioni, 2010) e Stanze (Logos Edizioni, 2016), al loro amore puro, diretto, spontaneo. I due giovani allora intenti a scoprirsi per la prima volta sono ora diventati due anime che si conoscono da tempo e che, guardandosi, si riconoscono. Ripensando ai meravigliosi costumi realizzati da Danilo Donati per l’adattamento cinematografico di Zeffirelli, Mattotti decide di rivestire la coppia di sontuosi abiti d’epoca così da offrire, insieme agli arredi, un inquadramento spazio-temporale alla sua storia per immagini. Ed è proprio la scelta di disegnare i costumi che lo porta a rinunciare al colore per scongiurare il rischio di cadere nella trappola dell’eleganza frivola e del manierismo. Così l’artista riprende lo stile già sperimentato nel taccuino La stanza per improvvisare e cogliere, in punta di matita, i movimenti, le battute e le espressioni che gli affiorano alla mente mentre ripensa ai due antichi amanti, uniti da un sentimento così forte da non temere alcun ostacolo.

Con quella pagina lasciata vuota tra una tavola e l’altra che invita a scrivere i propri pensieri, il libro è un regalo perfetto con cui far felice la persona amata a San Valentino, in occasione di un anniversario, o in qualunque altro momento, perché l’amore va celebrato ogni giorno. Oppure un regalo per sé, per continuare o ricominciare a sognare.

Titolo:
Il signor Spartaco
Casa editrice:
Logos
Data di pubblicazione:
26-10-2020

Il protagonista di questo fumetto poetico e allucinatorio, dall’evocativo nome di Spartaco, è una sorta di scienziato futurista di inizio Novecento, un uomo elegante, tranquillo e un po’ timido che un giorno parte in treno per andare a trovare sua zia. Ben presto si addormenta e comincia a sognare mentre l’inconscio a poco a poco prende il sopravvento. Così, quello che potrebbe essere un viaggio ordinario smarrisce i propri confini spazio-temporali accogliendo le incursioni di una serie di personaggi surreali, come il Dottore o Mister Blu, e sfociando continuamente in visioni oniriche che ripropongono episodi della vita del protagonista, dall’infanzia all’età adulta, nell’Italia a cavallo tra gli anni Cinquanta e Ottanta. Spartaco, come suggerisce il sottotitolo, diviene dunque l’epicentro di una serie di terremoti interiori che lo portano a oscillare costantemente tra passato e presente, tra sogno e realtà, e in definitiva tra la vita e la morte.
Opera di svolta nella carriera dell’artista, Il signor Spartaco anticipa svariati temi del Mattotti a venire, quali il sogno, il ricordo, la discesa negli abissi dell’animo umano e il trauma dell’addio all’infanzia e all’adolescenza, cui segue la conquista della luce. In questo senso il viaggio in treno si tramuta in una simbolica prova di iniziazione alla vita adulta. Avvalendosi di una tecnica mista – pastelli e pennarelli – l’artista rappresenta visivamente il turbinio – o terremoto – dell’inconscio del protagonista attraverso un dinamismo plastico di impronta futurista e un caleidoscopio di colori abbacinanti che a volte sembrano voler uscire dalle tavole, mentre i testi allusivi, spesso in rima, ci riportano parimenti all’inizio del secolo scorso, e in particolare ai fumetti rimati del Corriere dei Piccoli.

Titolo:
La famosa invasione degli orsi in Sicilia. Il romanzo del film
Casa editrice:
Mondadori
Data di pubblicazione:
15-10-2019

Quando il suo unico figlio Tonio viene catturato dai cacciatori, Leonzio, il re degli orsi, raduna il suo popolo e scende dalle montagne per ritrovarlo. Con l’aiuto di uno strano mago, il professor De Ambrosiis, sconfigge l’esercito del Granduca, un crudele tiranno, e si trova ad affrontare numerosi pericoli. Leonzio è pronto a tutto per ritrovare suo figlio, anche a invadere la Sicilia. Età di lettura: da 8 anni.

Titolo:
La zona fatua
Casa editrice:
Logos
Data di pubblicazione:
07-10-2019

In un paesaggio indefinito, dominato da un cielo plumbeo che grava su un prato sconvolto dal vento, due piccoli pupazzi di gomma accolgono il protagonista della storia, un uomo con il volto segnato da una macchia rossa che a volte avvampa bruciandogli la pelle. Un marchio di tristezza secondo Zafran, il sinistro pescatore di pesci cervo, oppure di nostalgia, come pensa una donna dolcissima e sensuale dai capelli corvini e l’abito rosso.
L’uomo ha corso per tutta la notte fino a ritrovarsi in quella “zona fatua della coscienza in cui il mondo è solo un riverbero del nostro sonno” e sono Fritz e Hans, i due pupazzi di gomma, a dargli un nome: Sottovoce. Con loro l’uomo inizierà a esplorare la Zona, un luogo indefinito, un territorio fantasma dove il vento onnipresente piega gli alberi e i fili d’erba, increspa il mare, spalanca le finestre. Il vento mette in tensione un paesaggio che sembra sempre sul punto di dissolversi, così come l’uomo, costantemente assediato dal desiderio di scomparire, addormentandosi nella terra, immergendosi nell’acqua, sparendo nell’aria.
Nella Zona, il malinconico viaggiatore – uno degli emarginati che da sempre affascinano Mattotti – si muove in uno scenario onirico popolato da creature surreali, in cui affiorano di volta in volta i suoi ricordi: la lettura di un giornaletto, un pupazzo che da piccolo aveva gettato via, i dischi che ascoltava e il parco che amava visitare. Il mondo da cui voleva fuggire si ripresenta: rivede il laboratorio dove si effettuavano ricerche sulla sua macchia, ricorda i giochi nell’acqua con il fratello, si ritrova nella casa dell’infanzia a guardare con tenerezza la madre addormentata. Su ogni vicenda grava il senso della perdita di sé, temuta e agognata al tempo stesso, finché arriva per lui una risposta e la macchia sul volto si riassorbe.
Apparso per la prima volta a puntate sulla rivista Dolce Vita nel 1987, La zona fatua è una sequenza di poemi visivi che corrispondono ad altrettanti sogni, un susseguirsi di avventure che rimangono irrisolte e pronte ad aprirsi a nuovi sviluppi. Le immagini dai colori vividi e dai tratti nervosi di Mattotti, che in questo libro intendeva esplorare il rapporto tra pittura e fumetto, accolgono qui i testi evocativi di Jerry Kramsky, pervasi da un respiro lirico e da un senso di sospensione.
Una storia enigmatica e suggestiva, un viaggio nel sogno scandito da continue partenze, attraverso il quale gli autori, all’epoca trentenni, raccontano il proprio addio all’adolescenza.

Titolo:
Lettere da un tempo lontano
Casa editrice:
Logos
Data di pubblicazione:
29-03-2019

Sei brevi storie raccontate attraverso le visioni di Lorenzo Mattotti e i testi cristallini di Lilia Ambrosi e Gabriella Giandelli. Sei insolite ‘lettere’ spedite da una dimensione straniante in cui le persone riflettono sulla vita e sulle relazioni, in definitiva interrogandosi sul significato dell’essere umani. Come già nell’Uomo alla finestra, questi racconti portano delicatamente alla luce le nostre fragilità e lo sforzo costante di trovare nei sentimenti, nelle illusioni e nei ricordi la presa su una vita che sembra sempre sul punto di scivolare via dalle mani. In “Dopo il diluvio”, la prima e più lunga storia del libro, una donna resta bloccata in aeroporto a causa di un inquietante e affascinante contrattempo: un’invasione di granchi vermigli, talmente numerosi da trasformare la pista di decollo in una rossa distesa semovente. Mentre aspetta di poter partire, incontra per caso uno sconosciuto che le parla del suo amore difficile per la moglie malata, un amore che si rafforza grazie alla lontananza, così come il sentimento che lei stessa prova per il suo uomo. Nella seconda storia, “Il ritratto dell’amore”, raccontata nello spazio di appena due pagine, un pittore non riesce più a dipingere la compagna che ha smesso di amarlo, mentre “Lontano, molto lontano” segue il viaggio di una misteriosa statuetta, che passa di persona in persona rappresentando la libertà, i sogni, le speranze, le passioni che ciascuno di noi si sforza a fatica di conservare, e declinando le varie accezioni dell’espressione che dà il titolo alla storia (un luogo dove ricominciare una nuova vita o nascondersi, ma anche quello dove spariscono la persona amata o la mente di una persona che ha perso tutto). La “Lettera da un tempo lontano”, ambientata in un futuro asettico e artificiale, è scritta da una giovane donna che, a bordo di un treno diretto a Kiev, si rivolge al bisnonno fumettista, probabile alter ego di Mattotti, per spiegargli com’è diventato il mondo che lui stesso un tempo cercava di immaginare nei suoi disegni. “Chissà come potevano divertirsi davanti a queste immagini senza odori, immobili, senza suono” si chiede la donna guardando in video un vecchio fumetto, una domanda che forse è lo stesso Mattotti a porsi riflettendo sul proprio lavoro. Chiudono il volume altri due episodi, non presenti nella prima edizione del libro, “Il richiamo”, in cui la protagonista è una donna che torna nella sua terra d’origine per far visita alla sorella e al nipotino, e la breve e suggestiva “Storia blu”, che in quattro tavole senza parole cattura tutta la magia di un incontro fuggevole.

Titolo:
Le avventure di Pinocchio – Carlo Collodi visto da Lorenzo Mattotti
Casa editrice:
Bompiani
Data di pubblicazione:
27-03-2019

Da molti anni Lorenzo Mattotti si confronta, in un processo di rielaborazione continua, con una delle figure più note della letteratura universale: Pinocchio. La storia del pezzo di legno che prende vita e la sua epopea per diventare un bambino vero sembrano trovare nel lavoro dell’illustratore una cassa di risonanza ideale. Il risultato di questo incontro eccezionale è un libro d’artista, che sa restituirci appieno non soltanto lo spirito allo stesso tempo ambiguo e fantasmagorico e l’intento profondo di Collodi, ma anche l’inventiva e la visione di Mattotti – o del Collodi visto da Mattotti.

Titolo:
Caboto
Casa editrice:
Logos
Data di pubblicazione:
15-10-2018

Caboto? Cabot? Gavotto? Caputo? Gaeta? Di colui che fu Piloto Mayor del Regno di Castiglia per trent’anni e a cui si attribuisce il merito di aver tracciato il primo mappamondo non sappiamo con certezza neppure il nome. Di sicuro l’uomo noto ai più come Sebastiano Caboto nacque a Venezia, figlio dell’esploratore Giovanni Caboto, intorno agli anni 1477–1484, fu presto condotto in Inghilterra e tra questa e la Spagna divise per tutta la vita i suoi servigi di cartografo ed esploratore. Alcuni dicono che fu un ciarlatano, bugiardo e intrigante.
Fin da quando Jorge Zentner iniziò a lavorare al testo, gli fu subito chiaro che il “racconto storico” al quale si accingeva in realtà non poteva che essere un “racconto del mistero”.
Scrivere una biografia era impossibile: sarebbe stato come tentare di navigare per mari ignoti con l’ausilio di poche mappe incomplete e imprecise. Ma della mancanza di testimonianze certe e coerenti, l’autore e l’artista decisero di avvantaggiarsi, scegliendo di porre proprio il mistero al centro della loro opera.
Le riflessioni sulla possibilità di narrare questa storia prendono così corpo nel lento monologo del narratore alle prese con una biografia ricca di lacune, le stesse delle carte geografiche di fine XV secolo, in cui vastissime zone inesplorate erano ancora bianche o contrassegnate da un punto di domanda. Rendendoci partecipi del proprio flusso di coscienza, il narratore cerca di addentrarsi nell’oscurità della mente di Caboto e dei suoi uomini e al contempo si interroga sulla difficoltà di un racconto che richiede di compiere delle scelte, orientarsi tra fonti contraddittorie, tessere insieme le fibre di innumerevoli destini personali, senza alcuna certezza del confine tra la verità storica e la propria immaginazione.
L’avventura intorno alla quale ruota il libro cominciò il 3 aprile del 1526, a Sanlúcar de Barrameda, con l’obiettivo di trovare un passaggio verso le Molucche, verso il territorio delle spezie. Le navi arrivarono alla costa del Brasile, all’altezza del Pernambuco, e qui Caboto riunì gli ufficiali della spedizione comunicando un cambiamento nei piani: voleva entrare, per esplorarlo, nel Río de la Plata. I motivi del cambio di rotta sono ignoti: alcuni parlano di un incidente di navigazione, altri di patti segreti con Re Carlo I, altri ancora vi leggono la febbre dell’ambizione economica, alimentata dai racconti di chi era sopravvissuto alle precedenti spedizioni.
Ma, al di là della vicenda, a emergere da queste pagine è soprattutto il carattere forte ed enigmatico di Caboto, emblema di una civiltà imperialista e al tempo stesso novello Ulisse dantesco, incarnazione dell’ambizione e della sete di conoscenza.
Le tavole, realizzate con pastelli e matite colorate, si richiamano ai dipinti del Cinquecento e del Seicento (in particolare, quelli di Caravaggio e Velázquez) e a opere cinematografiche come Aguirre, furore di Dio di Werner Herzog. In alcune immagini Mattotti integra fotocopie a colori di documenti storici, ritoccate in modo da ricreare l’aspetto polveroso degli antichi manoscritti. Dominano immensi paesaggi con una prevalenza di tonalità scure, che ci invitano a far saltare ogni punto di riferimento per addentrarci nel cuore di tenebra, abbandonarci a un viaggio senza ritorno verso l’ignoto.

Titolo:
Stigmate
Casa editrice:
Logos Edizioni
Data di pubblicazione:
09-05-2018

Edito per la prima volta nel 1999 nella collana Stile Libero di Einaudi e adattato per il cinema dal regista spagnolo Adán Aliaga nel 2010 con il titolo Estigmas, Stigmate viene oggi ripubblicato da Logos Edizioni come seconda tappa di un percorso editoriale che ripropone in una nuova veste l’evoluzione artistica del Lorenzo Mattotti fumettista.

Quarantun anni, orfano, forte bevitore, occupato saltuariamente, si mantiene facendo il barista e vendendo sottobanco sigarette di contrabbando. È questo, per sommi capi, il ritratto dell’anonimo uomo che un giorno riceve in sogno una strana rivelazione e si risveglia sanguinando dalle palme delle mani. Un balordo collerico puzzolente di alcol, senza un preciso scopo nella vita, sembrerebbe l’ultima persona al mondo meritevole di ricevere le ferite dei santi. Lui stesso si ribella quando qualcuno parla di stigmate, i medici sono convinti che si ferisca da solo, i clienti del bar si lamentano delle macchie che lascia sui bicchieri, il suo datore di lavoro lo considera malato e lo guarda con raccapriccio. In compenso, i vicini di casa vanno a omaggiarlo in processione con santini e ceri votivi. “Quale sarà il disegno di Dio, in tutto questo?” si domanda il lettore fin dall’inizio, e se lo chiede anche il protagonista dopo che l’inspiegabile “miracolo” lo ha portato alla rovina. A causa di questo “dono”, infatti, finisce per perdere il lavoro e la sua casa viene distrutta dal fuoco delle candele offerte dai suoi adoratori. “Siamo robaccia destinata a marcire” mormora l’uomo, sconfitto, crollando lungo la strada. Una sentenza di condanna che alla fine verrà ribaltata. Stigmate è una sorta di mistero medievale ambientato in un contemporaneo contesto urbano che appare via via più minaccioso, degradato e terribile, popolato da una serie di figure marginali, tra cui individui rapaci, disonesti e violenti ma anche creature fragili e sventurate. In perfetto connubio con il testo poetico e aspro di Claudio Piersanti, la vicenda prende corpo nelle illustrazioni in bianco e nero di Mattotti, qui quanto mai materiche, sporche, realizzate mediante tratti nervosi di pennino che portano il nero a emergere con forza, spesso con furia, dalla pagina bianca, come grovigli di linee da cui, anticipando lo stile di Hansel & Gretel e Oltremai, affiorano figure, volti, paesaggi. Una storia intrisa di religiosità, in cui l’esistenza di un uomo, dalla caduta alla rinascita, passando per una felicità temporanea tragicamente perduta, assurge a moderna parabola sul valore di ogni essere umano. Una parabola che insegna come, toccando il fondo del proprio personale inferno, a chiunque sia dato risollevarsi fino alla salvezza, anche agli individui che vivono ai margini della società – evangelicamente, gli ultimi destinati a essere i primi.

Titolo:
L’uomo alla finestra
Casa editrice:
Logos Edizioni
Data di pubblicazione:
26-03-2018

La prima graphic novel di Lorenzo Mattotti viene oggi ripubblicata da Logos Edizioni come avvio di un percorso editoriale che ripropone in una nuova veste l’evoluzione artistica del più amato tra gli illustratori italiani. Un romanzo fatto di parole e immagini in bianco e nero che appaiono evanescenti ed evocative, creano spazi da riempire. Protagonista della storia è uno scultore con gli occhi “morbidi” e una personalità sfuggente; dalla sua finestra sui tetti osserva il piccolo universo della città in trasformazione immaginando altre luci e lontane quotidianità. La sua vita si intreccia a quella di una serie di personaggi che gli offrono l’occasione di pensare e di ripensarsi. Tra questi spiccano tre figure femminili: Irene, la ex moglie a cui è legato da un rapporto tenero e irrisolto; Aurora, un incontro casuale culminante in un momento di passione; la botanica Miriade che si dedica alla sua serra in attesa di ricevere le piante che l’amato le invia dai suoi viaggi. Tra i personaggi maschili, l’amico filosofo costretto in un letto di ospedale, lo “squarciatore” che non riuscendo a sostenere l’impatto delle opere d’arte prova l’impulso di distruggerle, il professore che per viltà si sottrae all’affetto di Miriade. L’esplorazione di queste relazioni si sviluppa fianco a fianco con il tema della creazione artistica che, al pari dei rapporti umani, non serve a “far nascere ancora solidità o altre sicurezze, ma perché più cose si sfiorino, e sfregandosi appena creino altro”. Tutte queste tensioni prendono corpo nei poetici dialoghi firmati da Lilia Ambrosi e nelle immagini in cui i segni rarefatti a penna sottile delle figure coesistono con geometrie urbane rese accuratamente, mentre il tratto si sfalda, anche nelle architetture, sotto la pressione delle perturbazioni atmosferiche, e deflagra nelle sequenze dedicate agli incubi, riecheggiando lo stile di Jackson Pollock e preannunciando il Mattotti di Hansel & Gretel e di Oltremai.

Titolo:
Ghirlanda
Casa editrice:
Logos Edizioni
Data di pubblicazione:
08-03-2017

In un mondo fantastico popolato da creature immaginarie e meravigliose, Ippolite – il figlio dello sciamano – parte alla ricerca della moglie Cocciniglia, scomparsa ormai da sette giorni dal villaggio dei Ghir. Ancora non sa che il suo viaggio sarà molto più lungo e insidioso di quanto possa prevedere, perché è l’intero Paese di Ghirlanda a essere in pericolo, minacciato da una terribile maledizione e dal germe letale della malvagità. Per salvare la sua famiglia e tutto il popolo dei Ghir, Ippolite dovrà spingersi oltre i confini dei territori conosciuti, fin nelle sterminate e spaventose Terrae Incognitae e persino oltre, là dove i vivi non sono ammessi, alla ricerca del cuore congelato del Monte Rauco.

Una storia di amore e coraggio, di fedeltà e riscatto, che ci parla però anche della nostra intrinseca debolezza e della nostra prontezza a chiudere la mente e il cuore per farci governare dagli istinti più biechi, ammaliati dal carisma di false guide verso la salvezza.

I morbidi disegni in bianco e nero di Lorenzo Mattotti si uniscono ai suggestivi testi di Jerry Kramsky per creare un universo onirico e allegorico che, nelle parole dell’illustratore, “rievoca l’ingenuità originaria di vecchi fumetti come Alley Oop e i Moomin, ricchi di animali strani e teneri, ma anche capaci di emozionarsi e di soffrire”.

Lo straordinario talento dei due autori ci accompagna così per mano in un’avventura fiabesca di 400 pagine nei più profondi meandri dei loro sogni, restituendoci un’opera di respiro epico che è allo stesso tempo ricerca personale e viaggio oltre i limiti del fumetto tradizionale.

A 15 anni da Jekyll & Hyde, Mattotti e Kramsky tornano a firmare un nuovo progetto insieme: Ghirlanda, una storia inedita a fumetti che ha richiesto ben 10 anni di lavorazione ed è pubblicata in contemporanea da Logos Edizioni in Italia e da Casterman in Francia.

 

“Oltre i sospiri delle nubi, tra gli orizzonti del crepuscolo, si stende la terra di Ghirlanda. Le sue vaste piane e i morbidi pendii sembrano trattenere la luce, il clima è mite. Laggiù da tempo immemorabile vivono i Ghir, un popolo di esseri pacifici, che amano contemplare le magie del territorio con il loro stupore di bambini antichi.”